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Fiducia e fake news: prospettive sulla disinformazione nell’era dell’AI

Il trend

L’intelligenza artificiale (AI) è entrata ormai a far parte della nostra quotidianità, rivoluzionandone molti aspetti ma portando con sé anche significative sfide e preoccupazioni. Una di queste è senz’altro la crescente diffusione dei deepfake, ovvero video e altre tipologie di media creati in modo così convincente dall’AI (per esempio sovrapponendo caratteristiche di una persona al corpo di un’altra) da sembrare autentici. Anche grazie ad applicazioni della tecnologia sempre più accessibili e facili da utilizzare, come ChatGPT e Midjourney, i deepfake si sono evoluti rapidamente in strumenti di manipolazione pubblica, accentuando ulteriormente una già significativa erosione della fiducia nei confronti dei media e delle istituzioni politiche tra la popolazione adulta globale.

 

I dati emersi dalla nuova edizione dell’Ipsos Global Trustworthiness Monitor, basati su un sondaggio condotto in 29 paesi e un campione di 21.816 adulti, rilevano che la fiducia nell’affidabilità di politici e giornalisti si trova in media rispettivamente al 14 per cento e al 25 per cento.

 

In un anno elettorale da record come il 2024, in cui più di 2 miliardi di persone si recheranno alle urne, i recenti progressi dell’AI generativa e della sua capacità di manipolare video e immagini per creare narrazioni false potrebbero influenzare in modo significativo l’opinione pubblica, compromettendo la capacità delle persone di prendere decisioni informate. È quindi fondamentale che aziende, governi e media riflettano attentamente su potenzialità e rischi dell’AI e come contribuire efficacemente a preservare la democrazia.

 

 

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