Luciano Floridi, membro del Comitato Scientifico di IAIC filosofo, afferma che: “Non prevedo uno scenario distopico, ma…
Enciclopedia del diritto. Nuova voce “Potere Digitale”, autore il Prof. Avv. Oreste Pollicino
Pur in un contesto così mutato, da ciascuna voce del volume emerge la capacità della nostra Carta costituzionale, a settantacinque anni dalla sua entrata in vigore, di saper fronteggiare situazioni imprevedibili all’epoca della sua redazione, ponendosi quale documento fondamentale nella storia dell’evoluzione del costituzionalismo a livello globale.
In particolare segnaliamo la nuova voce “Potere digitale” dell’Enciclopedia del diritto, parte del volume “Potere e Costituzione” recentemente pubblicato per Giuffrè, il cui autore è il Prof. Avv. Oreste Pollicino socio fondatore dell’Italian Academy of Internet Code.
Riportiamo di seguito alcune delle domande alle quali l’autore ha provato a dare risposta con il suo lavoro: Quali sono le sembianze e gli elementi costitutivi del potere digitale privato? Perché l’emersione ed il consolidamento di questo potere è cosi rilevante per il diritto costituzionale e non è (più) soltanto una questione da affrontare con gli strumenti del diritto antitrust? Quando e per quali ragioni è avvenuta la metamorfosi delle più grandi società digitali di livello globale da attori economici a veri e propri poteri privati spesso in competizione con quelli pubblici? Quale l’arsenale di cui il costituzionalismo, in prospettiva transatlantica, può servirsi per contrastare l’amplificazione esponenziale di tali poteri, prendendo in considerazione la costellazione rilevante dei diritti in gioco, dalla libertà di espressione alla protezione dei dati personali, passando per la tutela della libertà di iniziativa economica? Quale il collegamento tra l’arsenale prima evocato e l’humus valoriale a fondamento delle tradizioni costituzionali comuni europee da una parte e del costituzionalismo americano dall’altra? Come la dimensione reattiva del diritto costituzionale rispetto a questa nuova sfida di contenimento di un potere privato assai unico in forza di parametri di ordine qualitativo e quantitativo incide sulle geometrie che caratterizzano il rapporto tra autorità e libertà e sulla separazione dei poteri, in particolare con riferimento al rapporto tra i poteri giurisdizionale e legislativo? Come configurare i nuovi spazi digitali di cui sono proprietari soggetti privati ma che sempre di più assomigliano a public forum in cui si alimenta, anche in modo distorsivo e polarizzato, il discorso pubblico? Quale valore, descrittivo o prescrittivo, attribuire ai tentativi della giurisprudenza di equiparare tali spazi virtuali alle classiche agorà del mondo degli atomi? Infine, più in generale, come la migrazione di idee e di metafore costituzionali da una parte all’altra dell’Oceano può incidere sulle opzioni di politica del diritto che vengono ritenute dai poteri pubblici più adeguate per fronteggiare, in determinati campi, i poteri digitali privati? E a cosa sono dovute le crisi di rigetto di formanti (e metafore) che mal si attagliano ai contesti valoriali in cui sono a volte forzatamente incanalati?